Intervista a Jeremy Appleton, il 2015 di Alpinestar
di Gianluca Zanelotto
Abbiamo intervistato Jeremy Appleton, Direttore Comunicazione Mondo di Alpinestars, 47 anni, nato a Londra, ha due figli ed abita a Valdobbiadene (TV) a pochi chilometri dall'ufficio. L'ingresso in Alpinestars avviene nel 2002. Oggi ha un ruolo di primo piano: per l'azienda segue la comunicazione mondiale, le relazioni con la stampa internazionale, oltre agli eventi sportivi.
• Cosa ne pensa dei risultati in generale di Alpinestar
Alpinestar ha ottenuto degli ottimi risultati nonostante la crisi generale sia mondiale che del settore e stiamo in continua crescita, soprattutto perché continuiamo a investire nello sviluppo di nuovi prodotti.
Inoltre lavoriamo sull’efficienza dei nostri
processi di business. Lavoriamo molto anche sul nostro canale, cercando di
fornire non solo prodotti ma un vero e proprio “valore” ai nostri dealers.
Rivenditori che continuano a crescere in numero ogni anno. In definitiva il
nostro fatturato sta continuando a crescere globalmente in doppia cifra con
margini positivi e significativi. Per essere più vicini ai vari mercati abbiamo
uffici nel Nord Italia, a Los Angeles in California, a Tokyo in Giappone e a
Bangkok in Thailandia.
E’ da sottolineare che a fronte di un mercato sostanzialmente stabile nei principali mercati europei, Italia compresa, siamo in forte crescita nei mercati emergenti che sempre più apprezzano il nostro marchio. Due esempi di paesi a forte crescita sono Filippine e Indonesia, al contrario in Cina, dove il mercato motociclistico è ancora formato per lo più di piccole cilindrate, è ancora un mercato utilitaristico. Da notare anche una forte crescita in India dove si inizino ad apprezzare anche moto di cilindrata maggiore e l’aspetto ludico-sportivo della motocicletta.
•
Quanto investite in R&D e quante persone ci
lavorano
Non forniamo cifre esatte su
questo tipo di investimenti ma posso assicurare che si tratta di investimenti
significativi, visto che noi siamo nati e rimaniamo una “product company” che
ricerca e investe in nuovi prodotti incessantemente, sempre alla ricerca
dell’innovazione tecnologica.
Il nostro è un lavoro senza sosta alla ricerca della sicurezza, soprattutto in ambito sportivo, sia in pista che off road. Nel nostro reparto R&D lavorano circa 200 persone, su un totale di circa 450 in Alpinestar, dedicate esclusivamente al miglioramento tecnologico, di cui circa 100 dedicate al mondo delle corse.
•
State lavorando a qualcosa di totalmente
innovativo?
Il nostro più recente
annuncio tecnologico riguarda l’airbag per motociclisti, ormai in fase di
finalizzazione. Una volta completati tutti i test saremo pronti a lanciarlo
questa primavera. E’ un dispositivo completamente elettronico che abbiamo
iniziato a sviluppare nel 2001, con due obiettivi: la velocità di azionamento e
il prezzo ragionevole, alla portata del mercato di massa.
Abbiamo fatto test e raccolte
dati per molto anni, ora riteniamo di avere a diposizione un sistema
sofisticato e sicuro, pronto per il suo debutto sul mercato. Il prodotto avrà
due declinazioni, una stradale e una racing. La
versione stradale è stata testata per oltre 300.000 km ed è dotato di un software
dedicato e diverso dalla versione racing che una programmazione specifica per
le sollecitazioni che impone la pista. Attualmente il nostro airbag raggiunge
la piena operatività, ovvero la massima pressione di gonfiaggio in 25
millisecondi. In passato abbiamo testato
anche dei sistemi meccanici ma il tempo di gonfiaggio era circa 200 ms, il
doppio di quei 100 ms che abbiamo sempre ritenuto l’obiettivo minimo da
raggiungere.
Negli tempi, in vista del
lancio mondiale abbiamo svolto centinaia di crash test simulati, nelle diverse
situazioni del traffico e della pista, per verificare che il sistema sia
assolutamente sicuro ed efficace.
Anche il sistema di alimentazione è stato oggetto di attenti studi e attualmente ha un’autonomia di 25 ore di guida ininterrotta e 3 mesi di stand by, con un tempo di ricarica di 6 ore.
•
Come vedete il mercato italiano che per molti è crisi nera?
Per quanto ci riguarda Alpinestar continua a crescere anno su anno, grazie anche al nostro canale, formato da ottimi dealer, in grado di incrementare la nostra market share migliorando anche i loro processi di vendita. Attualmente la collaborazione fra questi dealer e Alpinestar ci consente di pianificare in tempo reale produzione e distribuzione, eliminando giacenze e migliorando l’efficienza di tutta la filiera, con ricadute positive sia per noi che per loro.
• Vedete
un futuro per la produzione manifatturiera italiana?
Penso che in Italia il
problema principale sia il volume di beni producibile e di risorse disponibili,
gli italiani sono molto bravi a produrre numeri relativamente ridotti oggetti
di ottimo livello ma ho l’impressione che in certi casi ci sia una certa
carenza di investimenti in tecnologie di alto livello e infrastrutture. Ciò
nonostante noi continuiamo ad investire in ricerca e sviluppo anche in Italia,
apprezzandone le grandi capacità di design e manifattura.
• Quanto i risultati nelle corse possono supportare le vendite?
I successi sportivi sono un
grande propellente per le nostre vendite, non sono in grado di definire in modo
esatto quanto ma senza dubbio in modo sostanzioso. I nostri vari campioni, dal
motocross alla MotoGP alla F1, sono i nostri ambasciatori nel mondo e
contribuiscono alla percezione del brand da parte dei nostri clienti,
trasmettono un messaggio positivo.